
Il mondo dell'altrove
Racconti
Estratto il mondo dell'altrove
“Ciao Nico, io sono Elia. È un piacere conoscerti.” Tese la mano e il ragazzo la strinse con sicurezza.
“Allora Elia, raccontami un po’ che cosa ti è capitato.”
“Ho avuto molte disavventure purtroppo: mia moglie mi ha lasciato, mi ha cacciato via da casa e da allora le cose sono andate a rotoli. Per sopravvivere ho dovuto comprarmi un appartamento, ma per pagare l’affitto ho venduto la macchina e un terreno lasciatomi in eredità da mio padre, e ora non riesco ad arrivare alla fine del mese perché mi è rimasto solo qualche spicciolo che sto cercando di tenere oculatamente per riuscire a mangiare tutti i giorni.” Abbassò la testa per la prima volta da quando era arrivato, come se improvvisamente si vergognasse delle sue confessioni.
“Mi dispiace Elia, brutta situazione, davvero, ma non devi abbatterti. Cerca di essere ottimista e vedrai che le cose andranno meglio. Devi solo avere fiducia. Puoi farlo?”
Cosa? Fiducia? Con tutta la fiducia possibile come potevano cambiare le cose? La sua unica preoccupazione era mangiare da qui alla fine del mese e la fiducia non era qualcosa che riempiva lo stomaco.
“Io non sono pessimista di natura, ma con tutto il rispetto Nico, credi che l’ottimismo ti dia di che vivere? Non sai quanto ho creduto, ho sperato che le cose un giorno potessero cambiare ma non è servito a niente, anzi, da lì è andata sempre peggio. Quindi ti chiedo come possono andare meglio le cose con la fiducia?”
“Eri veramente convinto che tutto sarebbe andato per il meglio? Hai creduto fino in fondo domani andrà bene, lo so, o ti sei limitato a dire vorrei che le cose cambiassero ma la tua mente era puntata altrove?”
“È difficile credere ciecamente in una cosa quando tutto va al contrario di come vorresti.”
“Però potresti provarci. Pensa che le cose potrebbero migliorare ora che hai trovato me.” Affermò Nico mostrando un sorriso che metteva in mostra una fila di denti perfetti “secondo me qualcosa hai fatto, hai voluto e desiderato incontrarmi. Magari non pensavi proprio a me in particolare, ma a una qualunque persona che ti aiutasse! Però posso dirti che, inconsciamente, mi hai cercato.”
“Funziona così?” chiese Elia perplesso.
“Certo. Attiri a te ciò che ti serve e l’universo ti ascolta, credimi.” Si alzò dal suo posto e andò in cucina, tornò qualche minuto dopo con del caffè fumante. Dopo averlo bevuto Nico riprese “mia zia dice sempre: ogni problema ha una soluzione, solo alla morte non c’è rimedio. Se uno cade deve avere la forza di rialzarsi, se uno sbaglia deve capire i suoi errori e andare avanti con consapevolezza, se è in una brutta situazione deve rimboccarsi le maniche e dare una svolta alla sua vita e se non crede in sé deve cercare quella fiducia che gli permetterà di fare ciò che vuole. Non piangerti addosso, non serve a nulla, sii fiducioso, ottimista, credi in te e nelle tue capacità. Trova quello che più sai fare e metti in pratica la tua arte, prima per te stesso e poi per gli altri. Amati incondizionatamente, con tutto te stesso, con la forza che possiedi, e potrai pensare, provare e agire in tutto ciò che sai di riuscire. Tutto si può, basta volerlo.
Utilizza tutto questo, destati da questo stato d’insicurezza e paura e realizza la vita che vuoi. Credici con tutto te stesso e con orgoglio e tenacia riuscirai a uscire dallo stato di negatività in cui sei entrato. Una cosa ti chiedo: abbi fiducia, o fede, o speranza, chiamala come vuoi ma abbine tanta, questa è la chiave per aspirare a una vita migliore.” Per tutto il discorso il ragazzo guardò Elia dritto negli occhi parlandogli non con rimprovero, ma con una tale serenità che era disarmante.
Il giovane era sicuro di sé ed era riuscito a fare quello che più desiderava ed Elia lo ammirò, avrebbe tanto voluto essere come lui. Era talmente convincente in ciò che diceva!
“Bravo, bel discorso.” Gli disse l’uomo mettendogli una mano sulla spalla “se sei riuscito tu a realizzare quello in cui credi, chi mi dice che io debba fallire? Voglio seguire i tuoi preziosi consigli.”
“Bene Elia, molto bene. Il nostro incontro non è stato casuale, penso che ora tu l’abbia compreso. Ci saranno altri discorsi da parte mia, ti voglio aiutare a ritrovare te stesso, per capire come devi fare per stare in pace con te e con il mondo. D’ora in poi sarai ospite fisso al mio ristorante a pranzo e cena, ed entrambi trarremmo beneficio da quello che abbiamo da offrire.”
“Vuol dire che potrò mangiare gratis quando lo vorrò?” chiese, non sicuro di quanto aveva udito. Si era commosso dal suo discorso, però non avrebbe mai immaginato che il suo grande cuore lo portasse a tanto.
Annuì “Certamente!”
“Ma io… non posso accettare …”
“Non dire assurdità, certo che puoi se lo vuoi. Non temere, non ritenere di non meritarlo, non farti prendere da uno dei tuoi soliti complessi d’inferiorità. Ci tengo a fare qualcosa per te e non credere di non avere nulla in cambio da darmi. Farai molto per me, è per questo che devi accettare. Allora Elia, che dici?”
Sorrise “D’accordo! se ci tieni, lo farò.”
“Bene mio caro amico” Nico si alzò e lo abbracciò, Elia non si aspettava un gesto così affettuoso, tuttavia ricambiò sentendo, per la prima volta nella vita, d’essere accettato.