Voci di Piazza Natale 2014
Gli appuntamenti delle feste
Dicembre 2014-Gennaio 2015
Voce 2 : il presepe di carta dal Cantinone alla Francia
Voce 3 : Il Gran Presepe a Sandigliano
Voce 4: I Laboratori Espressivi 2015
Voce 5: Il racconto di Natale
Voce 6: la ricetta di Bianca Zumaglini
Voce 1: Il Gran Presepe a Palazzo Gromo Losa
Voce 2: Il presepe di carta in Francia
Voce 3 : Il Gran Presepe a Sandigliano
Con la partecipazione dei ragazzi dell'oratorio.
Voce 4 : I Laboratori Espressivi 2015
Voce 5: Il racconto di Natale
Voce 6 : la ricetta di Bianca Zumaglini
Paciochët o bojaca.
Nei tempi passati, in tutti i paesi del biellese si mangiava in sostanza allo stesso modo, poiché si utilizzavano le stesse materie prime, come formaggi e polenta; le variazioni sullo stesso piatto si limitavano alla qualità di formaggio usato nella preparazione e, in particolar modo, al nome che chissà chi e chissà quando, qualcuno aveva pensato di dargli. Ne è un esempio il paciochët di Camburzano che, altrove, era chiamato bojaca.
Si mette dell'acqua salata nel paiolo e si pone sul fuoco. Si fa sciogliere in un tegame un po' di burro, si unisce abbondante "bëddo" affettato (formaggino magro da usarsi con la camicia), si mescola e si lascia in un cantuccio al caldo. Intanto, l'acqua nel paiolo avrà raggiunto il bollore; mescolando, vi si lasciano cadere una o due manciate di farina di granoturco, ottenendo quella che si chiama "putt": si prelevano due o tre cucchiaiate di questo brodo leggermente farinoso e si uniscono mescolando al formaggio fuso che sarà lasciato "mitonè" nell'angolo della stufa. Si continua quindi la preparazione della polenta, versando altra farina nel paiolo; si porta a termine la cottura e si gusta poi con il "paciochët".